- Visita a Ferrara per Oded Distel che ha ideato un’innovativa modalità di irrigazione che consente di risparmiare l’acqua impiegando al suo posto la rugiada mattutina;
- La tecnica, chiamata del vassoio israeliano, sarà applicata a Ferrara per circa duemila piantumazioni effettuate nell’ambito del progetto Air Break.
Il vassoio israeliano
Visita in città per l’esperto israeliano Oded Distel che ha trasformato la rugiada in metodo di irrigazione. “Ferrara può essere un modello per la sua capacità di affrontare le sfide rappresentate dai cambiamenti climatici”, dice Oded, ex responsabile del programma nazionale israeliano per la promozione delle industrie israeliane dell’acqua e dell’energia, e oggi Ceo di Tal-ya, realtà sviluppatrice della tecnologia del vassoio israeliano, metodo che consente di risparmiare acqua ottimizzando appunto la rugiada mattutina incanalandola verso le radici.
Questa tecnica di irrigazione sarà applicata anche a Ferrara per le ultime piantumazioni realizzate nell’ambito del progetto “Air Break”, finanziato dall’Europa con circa 4 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre del 25% in tre anni l’inquinamento atmosferico nelle aree del territorio particolarmente sofferenti dal punto di vista ambientale. Nel complesso sono circa duemila le piante che saranno irrigate con il metodo del vassoio israeliano, situate nel baluardo dell’Amore, fino a San Giorgio, nell’area di via Monteverdi, alla fiera , al cimitero di Mizzana e in via Eridano.
Nel complesso le nuove piantumazioni nella città di Ferrara sono state, negli ultimi due anni, circa settemila.
“La missione ambientale è prioritaria”
Da qui la presenza in città di Oded Distel, accolto dall’assessore Balboni, che in questi giorni ha assistito all’installazione dei suoi “vassoi”. “La nostra tecnologia – ha spiegato – consente, in un modo smart, semplice, assolutamente naturale e senza effetti negativi, di aiutare gli alberi a crescere sani, più velocemente e preserva inoltre l’acqua dagli sprechi. Di fronte a sfide globali come i cambiamenti climatici, l’innalzamento delle temperature, le bombe d’acqua, alcune città, anche moderne, in molti luoghi non riescono ad essere adeguatamente resilienti. Qui a Ferrara si stanno invece mettendo in campo progetti che, nel loro complesso, sono molto significativi“, ha sottolineato Distel che ha fatto poi riferimento anche ad Air Break. “Il progetto, parte di una più vasta strategia messa in campo dalla città, è all’attenzione di altre città a livello europeo e contribuisce a sviluppare buone prassi a favore del territorio. Buone prassi assunte anche da un confronto con i partner esteri, in uno scambio virtuoso di efficaci esperienze. Quella ambientale – ha poi sottolineato Distel – ritengo che sia la più importante missione che dobbiamo affrontare. Una missione che riguarda tutti e che richiede una vasta e forte cooperazione internazionale. Mi auguro che il mondo sia all’altezza di questa sfida. Il Covid ha mostrato con drammatica evidenza quanto la tutela della salute sia importante e quanto, per fronteggiare sfide globali, sia necessario stare uniti. Dobbiamo sviluppare un atteggiamento analogo per affrontare il tema del cambiamento climatico, includendo tutti i Paesi e tutti i settori: politica, ambientalisti, università, start up, tecnologie. Questa è la sfida delle sfide”.
“Le parole di un’autorità del settore ambientale come Oded Distel, che ringrazio, ci incoraggiano a procedere nel percorso avviato e a continuare, con sempre maggior determinazione, a sviluppare progetti per un futuro sostenibile – dice Balboni -. Siamo felici di aver intrapreso, tra le altre, anche la sperimentazione del vassoio israeliano, nell’ambito delle molteplici azioni di Air Break: un’altra occasione per accogliere e sperimentare le tecnologie più moderne per l’ottimizzazione delle risorse e la lotta agli inquinanti. La pianificazione delle misure spazia dalla condivisione con i cittadini al confronto con i partner esteri in un approccio che coniuga l’ascolto delle esigenze della città all’attuazione di alcune delle misure più innovative attualmente adottate, o in sperimentazione, a livello internazionale”.
Filippo Navarra