- Uno studio condotto da scienziati delle Università di Manchester e Cardiff ha rilevato la presenza di microplastiche nei fanghi di depurazione, usati come fertilizzanti nei campi di tutta Europa;
- Un altro studio, di provenienza americana, avrebbe invece riscontrato la presenza di PFAS nei fanghi di depurazione, sostanze pericolose e tossiche che sono collegate a un rischio elevato di cancro e interferenza nel sistema riproduttivo.
I terreni agricoli di tutta Europa sono potenzialmente il più grande serbatoio di microplastiche. A lanciare l’allarme sono gli scienziati delle Università di Cardiff e Manchester i quali ipotizzano che tra le 31mila e le 42mila tonnellate di microplastica finiscano nel terreno ogni anno.
I responsabili di questo preoccupante scenario sarebbero i fertilizzanti derivati dai fanghi di depurazione. Questi ultimi sono composti per tre quarti d’acqua e per un quarto da rifiuti. Nascono come reflui, con una provenienza legata alla gestione delle risorse idriche, e solo in un secondo momento grazie al passaggio presso un impianto di depurazione diventano fanghi.
In uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, il team delle due Università stima che le microplastiche rimosse dalle acque reflue grezze costituiscano circa l’1% dei fanghi di depurazione, comunemente usati come fertilizzanti nelle fattorie di tutta Europa, in parte a causa delle direttive UE che promuovono la deviazione dei fanghi dalle discariche verso la produzione di energia e l’agricoltura.
Di dimensioni inferiori a 5 mm, le microplastiche rappresentato una minaccia significativa, oltre che per le coltivazioni, anche per la fauna selvatica poiché sono facilmente ingeribili e possono avere contaminanti come sostanze chimiche, tossiche e agenti patogeni pericolosi.
Durante lo studio, il team ha prelevato campioni dall’impianto di trattamento delle acque reflue di Nash a Newport, nel Galles meridionale. L’analisi ha dimostrato che l’impianto di trattamento era efficace al 100% nella rimozione di grandi particelle di microplastica, ma che ogni grammo di fango di depurazione conteneva fino a 24 particelle di microplastica, ovvero circa l’1% del suo peso. Poiché i ricercatori non hanno analizzato microplastiche di dimensioni inferiori a 1 mm è tuttavia probabile che le concentrazioni complessive siano ancora più elevate.
Anche PFAS nei terreni coltivati
Un altro studio, questa volta condotto negli Stati Uniti, ha, se possibile tracciato un quadro ancora più preoccupante: nei fanghi di depurazione finirebbero anche gli PFAS (acronimo di sostanze perfluoroalchiliche). Si tratta di sostanze pericolose e tossiche che sono collegate a un rischio elevato di cancro e interferenza nel sistema riproduttivo. Gli PFAS si trovano in migliaia di prodotti dagli imballaggi, fino ai vestiti e ai cosmetici.
Poiché queste sostanze chimiche non si decompongono naturalmente, spesso finiscono nel sistema fognario e da qui, attraverso i fanghi di depurazione nei campi. Un rapporto EWG stima che circa 20 milioni di acri di terreni negli Stati Uniti (oltre 8 milioni di ettari) potrebbero essere contaminati da PFAS, oltre che, ovviamente, da microplastiche.
Filippo Navarra