- Nei giorni scorsi a Campotto centinaia di oche selvatiche hanno distrutto quasi quaranta ettari di girasole;
- Anche considerando il fatto che non si tratta del primo caso di coltivazione devastata da animali selvatici nella zona, gli agricoltori hanno chiesto provvedimenti per salvaguardare le produzioni. Confagricoltura Ferrara: “Problema ogni anno sempre più grave che in un momento già difficile come quello attuale diventa insostenibile”.
Pochi minuti, tanto è bastato a centinaia di oche selvatiche per distruggere quasi quaranta ettari di girasole. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi a Campotto (Argenta), lungo via Cardinala. Anche considerati analoghi episodi precedenti, gli agricoltori hanno lanciato l’allarme e chiesto provvedimenti per contrastare i volatili che, con altri animali come nutrie, piccioni, corvidi, lepri e fagiani, mettono a repentaglio i raccolti, devastando i campi dopo mesi di lavoro.
“Da anni, come Confagricoltura, segnaliamo questo problema – sottolinea il direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli – che con il passare del tempo diventa sempre più grave. In un momento in cui è necessario aumentare le produzioni, per via della mancata esportazione da Ucraina e Russia, e per il blocco o la forte limitazione alle esportazioni sancito da un crescente numero di stati, come Kazakhistan, Serbia, Ungheria e India, le nostre coltivazioni sono continuamente minacciate da una fauna selvatica fuori controllo. Quello che chiediamo da tempo alla Regione è un piano di contenimento delle oche selvatiche, richiesta che ogni volta ci è stata rifiutata”.
“Si tratta di una situazione che peggiora di anno in anno – evidenzia Mirco Graldi, direttore dell’Azienda Agricola Consorzio Bonifica Renana – e le oche stanno diventando stanziali. Quello attuale inoltre, per proteoleaginose (girasole, soia, colza n.d.r) e cereali, è uno dei periodi dell’anno più difficili da affrontare. Le colture primaverili, generalmente, vengono attaccate non appena hanno le foglie cotiledonali, questo genera danni importanti per la pianta, che spesso si rivelano letali. Purtroppo i mezzi di dissuasione, sonora e visiva, hanno un’efficacia estremamente limitata, in quanto gli animali si abituano, non associando più questi stimoli a immediati pericoli”.
“Ormai quello delle oche selvatiche – continua Graldi – non è più solo un problema del Ferrarese, diverse segnalazioni sono giunte anche da altri territori della nostra regione, e in generale da tutti quei luoghi favorevoli allo stanziamento e alla riproduzione di questa specie. Le centinaia di oche che si sono abbattute sul campo di girasole qualche giorno fa ad Argenta, hanno devastato l’intera coltivazione, e anche se alcune piante sopravvivessero, la densità della produzione per metro quadrato sarebbe comunque decisamente ridotta e non coprirebbe i costi di produzione. La decisione presa in questo caso è quella di eliminare quanto rimasto di questa coltura e procedere con la semina del sorgo, auspicando che non faccia la stessa fine”.
Filippo Navarra