- Ferrara ospita L’Ukrainian Classical Ballet, compagnia di artisti provenienti dai teatri ucraini devastati dalla guerra;
- In programma due appuntamenti al Teatro Comunale: questa sera e sabato 9 aprile alle 20:30. Direttore del Comunale Corvino: “La nostra solidarietà sta nel consentirgli di fare il loro lavoro e aiutare le loro famiglie”
Teatro per l’Ucraina
Arriva a Ferrara l’Ucrainian Classical Ballet, la compagnia che riunisce i migliori solisti e ballerini provenienti dai principali teatri ucraini devastati dalla guerra. In totale si tratta di cinquanta artisti che rimarranno nella città estense per una settimana da oggi, martedì 5 aprile, a sabato 9, prima di continuare la tournée in altri dieci teatri europei che hanno aderito all’iniziativa.
A Ferrara si esibiranno in due appuntamenti, entrambi al Teatro Comunale, in programma oggi e sabato 9 aprile. Nello specifico, questa sera alle 20:30 va in scena Giselle, balletto in due atti con la coreografia di Jules Perrot, Jean Coralli e Marius Petipa e le musiche di Adolphe Adam. La stessa compagnia si esibirà sabato, sempre alle 20:30, con il Lago dei Cigni, balletto in quattro atti con la coreografia di Petipa e Lev Ivanov e le musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Entrambi gli spettacoli avranno come solisti le Etoiles dell’Opera Nazionale dell’Ucraina Olga Golitsya e Iurii Kekalo.
“Dei grandissimi artisti”, sottolinea il direttore artistico del Teatro Comunale Marcello Corvino che aggiunge, “la nostra solidarietà sta nel consentirgli di fare il loro lavoro e aiutare le loro famiglie”.
Oltre ai solisti Golitsya e Kekalo ci sarà Natalia Iordanov, responsabile della tournée in Europa e il direttore del corpo di ballo Ivan Zhuravlov, in tour con la figlia di appena 6 mesi ed originario di Bucha, cittadina a pochi chilometri da Kiev, al centro dei bombardamenti nelle ultime ore. “È stato difficile – spiega Zhuravlov – radunare i ballerini e dargli la possibilità di allenarsi”.
Olga Golistya è invece scappata da Kiev con il suo bambino di 11 anni dopo due settimane dall’inizio della guerra. Ora vivono a Francoforte ospiti dai parenti. “Tutto quello che è successo a Bucha– racconta Olga – avveniva vicino a dove abitano i miei genitori, che sono di Vynohradar, quartiere storico della capitale ucraina. I miei genitori non hanno voluto uscire dal Paese, mia madre necessita di cure mediche e ho molta paura per lei. Oggi sono molto felice di essere qua per aiutare il mio popolo con la mia arte, noi ballerini possiamo tramite la nostra arte dare voce al popolo ucraino”.
Anche il direttore generale Moni Ovadia racconta l’orrore della guerra e spiega di aver avuto notizie dall’Ucraina da una famiglia che sta ospitando. “Ho potuto sentire – dice – dalla loro voce, dal loro sguardo, che cosa può essere stato. E avere sentito, non dai telegiornali che fanno un mestiere, ma dalle persone che hanno vissuto la verità, credetemi è un’esperienza completamente diversa. E allora – conclude – io credo che questo diventi un ammaestramento che non cesserà mai per dichiarare il rifiuto di tutte le guerre. Non considerarla un’utopia ma una necessità vitale”.
Filippo Navarra