- Negli ultimi anni sta sempre più prendendo piede il fenomeno del “busy bragging” ovvero la tendenza a sentirsi soddisfatti solo quando si è molto impegnati;
- Numerosi studi hanno indicato le cause di questa tendenza nei social network e nei mutati ritmi lavorativi. I primi porterebbero a considerare di status superiore solo chi è molto impegnato, considerando negativamente il tempo libero, i secondi porterebbero invece molti datori di lavoro a premiare solo chi produce senza sosta, a scapito della qualità.
Sentirsi realizzati solo se si è molto impegnati, rinunciando addirittura a pause o momenti di svago. E’ questa la spirale del “busy bragging”, ovvero la tendenza vantarsi di essere sempre occupati e che ci porta a sentirci soddisfatti di noi stessi solo se non abbiamo neanche mezz’ora di tempo libero.
Il busy bragging è un fenomeno in aumento negli ultimi anni e sempre più diffuso sui social network dove, l’eccessiva circolazione di informazioni e il facile accesso alla vita di chiunque, porta sempre più persone a sentirsi in dovere di fare almeno quanto gli altri. Un’altra spinta alla sua espansione è arrivata senza dubbio dai mutati ritmi lavorativi che portano lavoratori e produttori ad essere sempre più veloci e dediti alla produzione, talvolta a scapito della qualità.
Più lavoro, meno qualità
A tal proposito la giornalista e scrittrice statunitense Brigid Schulte ha condotto uno studio scaturito da una sua esperienza professionale in un’azienda dai ritmi frenetici, in cui manager e imprenditori tendevano a premiare non tanto i dipendenti che garantivano prestazioni migliori, quanto coloro che mostravano totale dedizione al lavoro in termini di tempo. All’interno di questa azienda, infatti, chi accettava di non fare mai pausa caricandosi di ore di lavoro in più, senza per questo garantire risultati eccellenti, era premiato a prescindere. Schulte ha però dimostrato che questo sistema non garantisce certo l’efficienza dei lavoratori, anzi, la compromette.
La conferma arriva direttamente da un altro studio, dello svedese Anders Ericsson, su un gruppo di musicisti. Egli constatò infatti che i più capaci erano quelli che si esercitavano per non più di novanta minuti consecutivi e che tra una sessione e l’altra beneficiavano di tempo libero per riposare e ricaricare le pile. E’ scientificamente provato che in qualsiasi campo il lavoratore che si sottopone a ore e ore di lavoro senza sosta perde in efficienza e creatività. Che fare troppo non sia sempre qualcosa di cui essere orgogliosi, ma uno dei tanti modi di sabotarsi, sembra dunque una certezza. Per questo è necessario riscoprire il valore dell’ozio.
Più tempo libero, meno considerazione
Tornando ai social network, un esperimento condotto da Silvia Bellezza, docente di psicologia del marketing alla Columbia Business School, ha dimostrato che il busy bragging ci porta a considerare di status superiore solo chi è pieno di impegni, poiché il suo valore di mercato cresce e risulta più vicino al successo lavorativo. La conseguenza di tutto questo è il cambio di percezione del concetto di ozio e di astensione al lavoro. Nel trattato La teoria della classe agiata del 1899 il sociologo Thorstein Veblen scriveva che “la palese astensione dal lavoro è il segnale convenzionale di uno status pecuniario superiore”, ma oggi la situazione sta in parte cambiando. Se lavorare tanto ed essere sempre indaffarati fa aumentare il nostro valore sociale, il fatto di poter disporre di molto tempo libero – pur continuando a essere, in certi casi, un lusso – è sintomatico dell’essere poco richiesti.
In conclusione, oggi, che viviamo in un momento storico in cui lo stress emotivo e psicologico hanno raggiunti livelli elevati, è quanto mai necessario saper staccare la spina dedicandosi ad attività non collegate con la sfera produttiva. Solo così potremo assicurare qualità nelle nostre mansioni lavorative. Allo stesso tempo il nostro valore individuale non può essere giudicato dalla quantità di impegni che abbiamo, non c’è niente di male nel potersi ricavare un po’ di tempo per sé stessi.
Filippo Navarra