- Domenica 27 marzo due detenuti del carcere di Ferrara hanno tentato il suicidio, sventato solamente dal tempestivo intervento della polizia penitenziaria;
- Gli agenti che hanno segnalato gli episodi: “I gesti di autolesionismo nelle carceri sono in costante crescita. Mancano provvedimenti che siano in grado di migliorare una situazione peggiorata drasticamente dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici”.
Hanno cercato di farla finita impiccandosi ma sono stati fermati dalla polizia penitenziaria. Il fatto è avvenuto domenica 27 marzo e riguarda due detenuti del carcere di Ferrara.
In un caso si è trattato quasi certamente di un gesto di protesta che però avrebbe potuto costare la vita al carcerato se non fossero intervenuti prontamente gli agenti. Lo stesso detenuto ha poi tentato di incendiare la propria stanza.
A segnalare gli episodi sono stati Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato di polizia Sappe, e Francesco Campobasso, segretario nazionale. I due, allargando il discorso, hanno posto in risalto i problemi di sicurezza ai quali devono far fronte gli agenti di polizia penitenziaria, parlando non solo di Ferrara ma anche a livello regionale e nazionale.
I numeri
L’argomentazione degli agenti trova, purtroppo, sostegno nei dati: in Emilia-Romagna, nel corso del 2021 sono stati registrati 1381 gesti di autolesionismo, 12 decessi, 4 suicidi, 164 tentativi di suicidio, 589 colluttazioni, 245 ferimenti, 861 danneggiamenti a beni dell’amministrazione penitenziaria. A Ferrara i gesti di autolesionismo registrati nell’anno da poco concluso sono stati 174, con 1 suicidio e 22 tentativi sventati, oltre a 70 colluttazioni e 3 ferimenti. A livello nazionale i tentativi di suicidio sono stati invece 1669, i suicidi 57,oltre 11mila gesti di autolesionismo, e 9 mila aggressioni.
“Un quadro a dir poco drammatico – affermano Durante e Campobasso – in costante salita rispetto agli anni passati, a causa delle stanze aperte, della presenza di detenuti con problemi psichiatrici e dell’assenza di un’assistenza sanitaria adeguata. Rispetto a tali problemi, derivanti da riforme sbagliate fatte negli anni passati, il Ministero della giustizia e l’Amministrazione penitenziaria non hanno avviato alcun processo di miglioramento. Nei mesi scorsi era stata predisposta e inviata alle organizzazioni sindacali una circolare che riorganizzava il modello custodiale del circuito media sicurezza, ma la stessa circolare non è stata poi emanata. Probabilmente non c’è la volontà di cambiare ciò che non funziona– dichiarano gli agenti -. Speriamo che almeno seguano le indicazioni della Corte costituzionale che con una sentenza di gennaio 2022 ha dato precise indicazioni circa la necessità di riformare l’attuale legge che riguarda le Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), sorte dopo la chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) e le persone con problemi psichiatrici, poiché l’attuale normativa non garantisce le cure adeguate degli stessi malati e la sicurezza degli operatori”.
Filippo Navarra