- I numeri della stagione: fino a dicembre rendimento accettabile poi il crollo con il cambio di allenatore che ad oggi non ha sortito gli effetti sperati;
- Mercato iniziato in ritardo a causa della cessione societaria e incapacità di trovare un portiere titolare alla base dei problemi stagionali;
- Quale effetto avranno le parole di Tacopina?
Vedi la Reggina e poi muori. Si potrebbe dire cosi, anche per sdrammatizzare un momento che invece di sorrisi ne ha ben pochi. Nel febbraio 2021, la Reggina calò il poker al Mazza aprendo, di fatto, la crisi della Spal. Un anno dopo, la storia si ripete, con gli amaranto che rifilano tre schiaffi alla squadra di Venturato, per la prima volta fischiata e contestata apertamente dal popolo biancazzurro. Perché se nelle ultime sette partite giocate raccogli solo due punti, subendo quindici reti e realizzandone appena due, i tifosi spallini, fin qui anche troppo pazienti nei confronti di una squadra che non ha mai ingranato, s’indignano. E non sono gli unici visto il durissimo sfogo che il presidente Tacopina, al termine dell’ultima gara con la Reggina, ha indirizzato a tutti, nessun escluso, giocatori e Venturato, perché in una situazione come questa si fa davvero fatica ad assolvere qualcuno.
I numeri della stagione
Un’analisi lucida ed obiettiva di quella che è stata la stagione dei biancazzurri fin qui non può che partire dai numeri.
La Spal in 23 giornate di campionato ha raccolto appena 23 punti, realizzando 25 goal e prendendone dieci in più. Già da qui si comprendono molte delle difficoltà incontrate, ma andando ancor più nel dettaglio, i numeri, da negativi, diventano addirittura pessimi: la squadra da fine agosto ha ottenuto solo cinque vittorie (tutte con Clotet come allenatore), peggio hanno fatto solo Crotone, Cosenza, Vicenza e Pordenone, non a caso le ultime quattro della classifica. Vittoria che manca da più due mesi: correva il 4 dicembre, ancora quasi nessuno aveva fatto l’albero di Natale e si vinceva a Crotone 2-1 con le reti di Melchiorri e Mancosu.
Questi dati servono anche a far capire come la stagione della Spal, non fosse nemmeno iniziata così male. La continuità di certo è sempre mancata ma cinque vittorie da fine agosto ai primi di dicembre non erano certo un bottino da zona retrocessione, con i playoff, infatti, ancora a portata di mano sebbene distanti alcuni punti. Evidentemente è quello che è successo da lì in poi ad aver compromesso il tutto, con i pensieri che dai playoff si sono spostati sui meno attraenti playout che sarebbero certi se la stagione finisse ora.
Nel mezzo di questa striscia negativa, il cambio di allenatore. Il 5 gennaio è stato infatti esonerato mister Pep Clotet (arrivato in estate dal Brescia), sfruttando a pieno la sosta natalizia avviatasi dopo la débâcle di Frosinone (4-0). Al suo posto Roberto Venturato, non certo l’ultimo arrivato viste le ottime cose mostrate nei sei anni di Cittadella, squadra che nonostante avesse uno dei budget più bassi della categoria è sempre stata all’altezza delle più grandi sfiorando anche la promozione in serie A. Il nome, accolto con grande entusiasmo dalla piazza, è apparso subito quello perfetto per dare continuità ad una squadra a cui di certo non è mai mancato il potenziale per far bene. Si è subito pensato ad ambizioni rilanciate e ad una rimonta playoff possibile ma nulla è andato come auspicato, almeno fino ad ora.
Dal suo arrivo la Spal ha infatti giocato cinque partite ottenendo solo tre pareggi (nelle prime tre) e se è vero che il calendario non ha certo aiutato visto che sono state incontrate Benevento, Pisa e Monza, ovvero squadre top della categoria, bisogna ammettere che dello splendido calcio proposto a Cittadella fin qui non si è visto nemmeno l’ombra. Inoltre le altre due partite di questa striscia erano assolutamente abbordabili: sei punti con Pordenone (ultimo in classifica) e Reggina avrebbero dato un grande slancio alla squadra e sistemato la classifica.
Certo cinque partite sono un campione troppo esiguo per emettere sentenze ma è chiaro che la direzione intrapresa sia piuttosto preoccupante. La squadra, soprattutto nell’ultima prestazione contro i calabresi, è apparsa oltre che visivamente sfiduciata, anche disposta male tatticamente con troppi spazi lasciati agli uomini di Stellone. Problema centrocampo? Normalmente quando si verificano questi problemi viene da pensarlo, i grandi saggi del pallone dicono sempre che il centrocampo è il motore di una squadra e se non funziona poi tutti i reparti ne risentono. Se andiamo ad analizzare le formazioni delle ultime partite notiamo come Venturato abbia sempre schierato nella linea mediana Esposito e Zanellato variando il terzo interprete al loro fianco (un po’ Pinato e un po’ Mora). Viene quindi da chiedersi se questi due giocatori, di assoluto livello per il campionato cadetto e dotati di notevole tecnica, possano coesistere avendo in fin dei conti caratteristiche non troppo diverse tra di loro.
C’è poi la questione Colombo e Capradossi. Il primo attaccante classe 2002 in prestito dal Milan, il secondo difensore centrale arrivato in estate dallo Spezia. Entrambi i giocatori erano stati colonne portanti sotto la gestione Clotet, titolari inamovibili e punti di riferimento per i compagni. Dall’arrivo di Venturato tutto è però cambiato con i due che hanno giocato solo una volta titolari (a Monza, unica presenza tra l’altro per il difensore). I motivi sono ignoti, si sa ogni allenatore ha le sue idee e solo Venturato li vede quotidianamente ma sono dell’idea che in un momento di difficoltà come quello attuale non ci si possa permettere di lasciare fuori quello che sulla carta è il miglior difensore della rosa con Vicari e soprattutto il miglior realizzatore stagionale a quota sei reti.
Cosa non ha funzionato?
Spesso le stagioni sfortunate nascono da quello che si semina durante l’estate e questo sembra proprio il caso della Spal 2021/2022 targata Joe Tacopina.
L’avvocato/imprenditore statunitense ha infatti prelevato la maggioranza delle quote della società estense dalla famiglia Colombarini la scorsa estate dopo una trattativa lunga ed estenuante durata alcuni mesi. I primi di luglio esce la notizia che la trattativa è ad un passo dalla fumata bianca che però arriva in modo ufficiale solamente il successivo 13 agosto. Nei fatti la maggior parte del tempo che si sarebbe potuto impiegare per rafforzare la rosa è stato invece trascorso per finalizzare il cambio di proprietà. Ne consegue che la Spal sia rimasta praticamente inattiva fino a fine luglio con potenziali obiettivi di mercato nel frattempo già accasati altrove e con a disposizione solo il mese di agosto per ritoccare la rosa. Degli acquisti estivi solo Mancosu (arrivato dal Lecce) e i già citati Capradossi e Colombo sono apparsi elementi in grado di alzare il tasso tecnico della rosa. Questo ha costretto la società a correre ai ripari nella sessione di gennaio che è stato un autentico via vai con 8 arrivi e 8 cessioni, numeri degni del miglior Genoa di Preziosi. Con così tanti movimenti risulta evidentemente difficile trovare subito una quadra, ma con metà stagione già alle spalle e una classifica certo non lusinghiera i periodi di rodaggio possono rivelarsi fatali.
A proposito di movimenti di mercato, la cessione di Gabriel Strefezza merita certamente due parole. Il fantasista brasiliano, arrivato a Ferrara nel 2019, è stato infatti ceduto al Lecce la scorsa estate. Fin qui tutto normale se non fosse che il giocatore, autore nella Spal di prestazioni alterne, sia definitivamente sbocciato nell’avventura pugliese guadagnandosi fin qui la nomea di uno dei giocatori migliori di questo campionato. Viene quindi da chiedersi se si potesse ricavare qualcosa in più dei 500 mila euro con cui è stato liquidato, anche considerando che il suo valore attuale si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Certamente a volte si mette in mezzo anche la sfortuna e non è assolutamente scontato che se fosse rimasto a Ferrara avrebbe avuto la medesima esplosione, ma rimango dell’idea che qualcosa in più si potesse ottenere.

Ma se si parla di cosa non ha funzionato in questa nefasta stagione non si può non parlare del capitolo portieri. Il ruolo di estremo difensore è da sempre quello che meno si presta alle dinamiche di turnover, avere un portiere di riferimento affidabile è infatti un notevole vantaggio per tutto il reparto difensivo di una squadra e prerogativa imprescindibile per avere la giusta solidità. Nella Spal 2021/2022 questo è mancato più di ogni altra cosa. Dall’inizio della stagione sono infatti stati alternati la bellezza di quattro portieri : Thiam nel ruolo di “titolare”, Seculin ora ceduto alla Pistoiese con 6 presenze fino alla sosta natalizia, il suo sostituto Alfonso titolare nell’ultima sconfitta con la Reggina e il quarantenne Pomini con altre 3 presenze. Non conosco i dati storici ma faccio davvero fatica a pensare che un’alternanza di quattro portieri all’interno della stessa stagione abbia avuto precedenti.
Ogni volta che Thiam ha commesso errori si è scelto un altro portiere per la partita successiva con risultati spesso però ancora più negativi e così il ritorno del giovane portiere senegalese fino ad altri eventuali errori. Con questo continuo alternarsi diventa effettivamente complicato, se non impossibile, trovare la solidità difensiva necessaria per essere competitivi. Senza dimenticare lo spirito con cui va a difendere i pali il tuo portiere “titolare”, insicuro e quasi spaventato perché sa già che al primo errore toccherà a qualcun altro. Un portiere deve essere tranquillo e le gerarchie devono essere chiare da subito, altrimenti tutto da l’idea di essere improvvisato e l’improvvisazione poche volte paga dividendi, soprattutto se si parla di sport.
Adesso cosa succederà?
Sarà ovviamente interessante vedere cosa accadrà nella partita di domani a Vicenza, autentico spareggio salvezza visto che i veneti sono attualmente penultimi con però dieci punti di ritardo dalla Spal. Il tutto dopo le pesanti dichiarazioni di Tacopina che potrebbero essere stimolo ma anche un’ulteriore zavorra emotiva per un gruppo già fortemente sfiduciato. Per la prima volta da quando è presidente, lo statunitense si è spinto in territori ancora inesplorati in termini di dichiarazioni pubbliche. Il problema è che in questa spiacevole situazione si è finiti anche a causa di continui tira-e-molla sul tema degli obiettivi stagionali: la linea prudente di inizio campionato che aveva indicato in una salvezza tranquilla il reale traguardo da raggiungere è stata presto spazzata via dalle ambizioni playoff rilanciate dallo stesso presidente. Ora è arrivato il momento di prendere atto della realtà: l’obiettivo non può che essere la salvezza perché la Spal, per tante ragioni, non esclusivamente connesse ai giocatori, ha dato prova di essere una squadra mediocre che non può fare altro che indirizzare tutte le energie rimaste verso questo obiettivo. Continuare a sostenere dopo due terzi di campionato che questa squadra valga più dei 23 punti conquistati non ha più alcun senso, significa raccontare una storia che non trova riscontro nei fatti.
In conclusione la stagione è ancora ben lontana dall’essere compromessa e ci sono tutte le possibilità e i mezzi tecnici per salvare la categoria. Servono però delle soluzioni e servono alla svelta. Una vittoria può infatti cambiare tutto velocemente riportando l’entusiasmo in squadra, proprietà e tifosi e scacciando i fantasmi accumulati nei mesi precedenti ma è evidente che più le sconfitte si sommano più tutto diventa difficile. Servirà remare tutti nella stessa direzione perché c’è una Spal da salvare. Tutto il resto, al momento, viene in secondo piano.
Filippo Navarra