- Spesso l’essere eccessivamente disordinati può essere la spia del cosiddetto disordine esistenziale, ovvero un caos esterno che riflette un’eccessiva superficialità nella gestione della quotidianità;
- Chi ne è vittima tende infatti a non concludere niente nella vita, a vedere le regole come una gabbia e a non sbarazzarsi degli oggetti inutilizzati da troppo tempo. Per risolvere il problema è essenziale prenderne consapevolezza prima che la situazione diventi ancora più grave, evitando di nascondersi dietro banali scuse, e trovare passatempi propedeutici al suo debellamento.
Se è vero che nel caos nasce la vita, che la creatività si associa, nell’immaginario collettivo, al genio disordinato e che troppo ordine finisce per ostacolare la fantasia che è dentro ciascuno di noi, è altrettanto vero che a tutto c’è un limite e oltrepassare i confini di un disordine accettabile influenza negativamente la vita individuale e rischia di compromettere la convivenza con chi condivide lo spazio vitale. Si parla in questi casi di disordine esistenziale, ovvero un caos esterno che riflette un’eccessiva superficialità nella gestione della quotidianità.
In genere, infatti, le vittime di disordine esistenziale sono persone che non concludono, che si perdono in mille impegni, senza andare a fondo in nulla, eterni adolescenti ribelli che vedono le regole come una gabbia oppressiva. Inoltre il disordinato cronico generalmente si circonda di oggetti e cose che spesso non riesce a buttare via pensando costantemente che prima o poi ne avrà ancora bisogno, quando in realtà non è così.
Le conseguenze del disordine esistenziale si ripercuotono ovviamente nella vita quotidiana con difficoltà a relazionarsi, la tendenza a smarrire le cose, dimenticare impegni, insomma un ritratto di una persona che è tutto tranne che creativa, bensì disorganizzata.
Come risolvere il problema
E’ essenziale, per chi si riconosce nel ritratto del disordinato cronico, prendere coscienza del suo problema e porre rimedio prima che questo sfoci in esaurimento psico-fisico. Ma come?
Solitamente chi è molto disordinato tende a difendersi con frasi del tipo “Io nel mio disordine trovo tutto”, oppure “Con il lavoro che faccio non ho tempo per pensare a queste cose”, ma un primo consiglio per provare a risolvere il problema è proprio quello di non trovare scuse, bensì di provare a correggere eventuali sbilanciamenti nella vita che si conduce. Un altro utile consiglio, o meglio un compromesso, è quello di lasciare un piccolo spazio di caos, ritagliando ad esempio un piccolo spazio in un armadio, in un cassetto, dove buttare tutto alla rinfusa, circoscrivendo il disordine solo in quel determinato punto. Ancora, può essere estremamente utile sfogare la propria parte creativa in un hobby o attività che siano davvero creative, come la musica, il disegno, la danza. Infine, il consiglio forse più importante è: non sottovalutare il problema. C’è infatti un punto superato il quale il disordine può diventare impossibile da debellare, finendo per mandare in affanno il cervello. Per questo è fondamentale intervenire tempestivamente, affrontando il problema prima che sia troppo tardi.
In conclusione, è bene trovare un equilibrio tra “tutto o niente”, tra essere un disordinato cronico e un maniaco dell’ordine, altrettanto deleterio. Solo con un stile personale coerente con il proprio carattere, tenendo ovviamente conto anche delle necessità di chi ci sta accanto, si potrà trovare un compromesso che assicuri una certa vivibilità.
Filippo Navarra