- Nella giornata di sabato sono stati arrestati due medici di base e una collaboratrice di uno dei due con l’accusa di aver somministrato falsi vaccini dietro pagamento di denaro;
- Dall’indagine emergerebbero 157 casi di false vaccinazioni anti Covid e 42 di corruzione. Tra i pazienti anche rappresentanti delle forze dell’ordine, infermieri, insegnanti e sacerdoti.
L’arresto
Si facevano pagare in cambio di finte somministrazioni di vaccini anti-Covid, a base di acqua o di soluzione idrosalina, così che il paziente potesse ottenere il Green pass. E’ questa la condotta di due medici di base, arrestati nella giornata di sabato 12 marzo dalla Guardia di finanza di Ferrara insieme alla collaboratrice di uno dei due.
I tre sono accusati dei reati di falsità ideologica, corruzione, peculato (per essersi disfatti delle dosi di vaccino) e truffa aggravata ai danni dello Stato. Scontato, per i due camici bianchi, anche l’avvio di un procedimento disciplinare e la probabile sospensione, da parte dell’ordine dei medici di Ferrara.
Secondo quanto emerso delle indagini condotte dalla Guardia di finanza, in collaborazione con l’agenzia sanitaria, sarebbero 157 le certificazioni verdi illegalmente rilasciate e 42 i casi di corruzione. Tra i pazienti al centro delle indagini spunterebbero persino rappresentanti delle Forze dell’ordine in compagnia di insegnanti, commercianti, sacerdoti, pensionati e liberi professionisti. Tutti no vax disposti a pagare fino a 50 euro pur di ottenere il Green pass senza ricevere la somministrazione.
Le indagini dei militari del Nucleo di Polizia economica e finanziaria erano scattate a dicembre scorso. A insospettirli un incremento anomalo del numero di pazienti (848 nuovi assistiti) negli ultimi mesi, dall’aprile 2021. Altra circostanza che aveva fatto storcere il naso il fatto che oltre la metà dei nuovi pazienti erano stati vaccinati nei 14 giorni successi al cambio del medico.
Una serie di indizi che hanno fatto scattare l’indagine denominata “Red Pass”. Le prove inequivocabili sono poi emerse dalle tante ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, con audio e immagini, che hanno inchiodato i tre soggetti. I due medici si sarebbero fatti pagare dai 20 ai 50 euro per attestare falsamente di aver eseguito la vaccinazione, a volte simulando l’inserimento dell’ago nel braccio, altre iniettando acqua o una soluzione idrosalina. Inoltre, dalle immagini in possesso della Guardia di Finanza, emerge come in diversi casi la stessa siringa sia stata usata più volte.
Un quadro accusatorio pesante quello a cui dovranno rispondere i tre indagati che, in settimana, avranno la possibilità di chiarire la propria posizione nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice.
Fabbri: “Nessuno sconto per chi lucra sulla salute pubblica”
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri che non le ha mandate a dire: “Emergono accuse pesantissime dall’indagine “Red Pass”, che evidenzierebbero condotte gravissime e vergognose: un affronto alla nostra comunità che ha fatto sacrifici enormi, impegnandosi a fondo per superare la pandemia e per la campagna vaccinale. Ringrazio la Guardia di finanza di Ferrara per l’operazione e per l’accurato lavoro svolto per far luce sui fatti. Mi auguro che, qualora dovessero essere confermate le accuse, la risposta sia fermissima ed esemplare: nessuno sconto per chi lucra sulla salute pubblica“.
Filippo Navarra