- Tra i pazienti falsamente vaccinati dal medico di base Marcella Gennari (arrestata sabato mattina insieme a sua figlia-collaboratrice e a Chiara Compagno)ci sarebbe anche Roberto Marescotti, medico “no vax” morto per Covid;
- Nell’indagine sembra emergere anche il coinvolgimento di due farmacie cittadine che avrebbero certificato falsi tamponi positivi utilizzati per ottenere il green pass.
Sono Marcella Gennari (con sua figlia-assistente Francesca Ferretti) e Chiara Compagno le due dottoresse arrestate sabato mattina a Ferrara con l’accusa di aver effettuato false vaccinazioni contro il Covid 19 per far ottenere il green pass a clienti “no vax”. Giovedì mattina i due medici di base appariranno davanti al gip Carlo Negri per l’udienza di convalida del loro arresto.
Entrambe si trovano al momento agli arresti domiciliari mentre le indagini sul loro conto procedono spedite. Uno dei filoni di maggior rilievo riguarda il caso del medico “no vax” Roberto Marescotti morto a gennaio per Covid. Da quanto emerso, Marescotti era uno dei pazienti vaccinati (formalmente) da Gennari e a questo punto l’ipotesi che anche nel suo caso si sia trattata di una falsa vaccinazione diventa ogni giorno più probabile.
Il medico copparese Marescotti è morto lo scorso gennaio all’ospedale di Cona dove era ricoverato in terapia intensiva per la gravi conseguenze dovute al Covid-19. Era vicino al movimento “No paura day”, che raduna persone contrarie al green pass e anche contrarie alla vaccinazione, ed era stato tra i personaggi di spicco delle manifestazioni di piazza Castello a Ferrara e poi a Lido degli Estensi.
Un’inchiesta che si allarga sempre di più
Se i nomi di Gennari, Ferretti e Compagno sono finora gli unici iscritti nel registro degli indagati, presto ve ne saranno altri e saranno quelli dei pazienti. Si tratta di circa 200 persone che avrebbero pagato per ricevere una falsa vaccinazione, tra di loro figurano avvocati, sacerdoti, docenti, forze dell’ordine, operatori sanitari. Ipotesi di corruzione che riguarda soprattutto Gennari e la figlia (con tariffe tra i 20 e i 50 euro) ma che in almeno un caso riguarderebbe anche Compagno che avrebbe chiesto tariffe più economiche (si parla di 7 euro).
In totale sono circa 2000 mila le somministrazioni sospette, conteggiate in base alle richieste dei due medici di base all’Ausl, per un danno, ancora da quantificare con precisione, che dovrebbe aggirarsi in alcune decine di migliaia di euro.
Ma non è tutto visto che nell’inchiesta sembrerebbero coinvolte anche due farmacie cittadine, sulle quali gli inquirenti stanno svolgendo ancora degli approfondimenti. In un caso sarebbe il titolare a essere coinvolto e a tirarlo in ballo sarebbe la stessa Compagno indicando, intercettata, di recarsi in quella farmacia per ottenere un falso tampone positivo, utile, trascorsi dieci giorni e con un successivo tampone negativo, a ottenere il green pass per guarigione. Nell’altro caso si tratterebbe di una dipendente che, all’insaputa del titolare, si sarebbe proposta alla Gennari per certificare falsi test positivi.
Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe poi il possibile coinvolgimento di altri medici, a certificare come questa indagine, ogni giorno che passa, sembri interessare sempre più persone.
Filippo Navarra