- Questa mattina le dottoresse Gennari (con la figlia Ferretti) e Compagno hanno sostenuto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Carlo Negri;
- In aula le indagate hanno espresso la volontà di collaborare con la giustizia e a tal fine hanno fornito i nomi dei pazienti falsamente vaccinati non ancora in possesso della guardia di finanza.
“Non trattateci male”. E’ l’unica cosa che riesce a dire Marcella Gennari all’uscita dal tribunale di Ferrara. Lei, la figlia Francesca Ferretti, sua assistente, e l’altra dottoressa Chiaro Compagno sono comparse questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Carlo Negri per rispondere delle accuse di corruzione, peculato, truffa ai danni dello Stato e falso nell’ambito dell’inchiesta “Red Pass” sulla false somministrazioni di vaccini contro il Covid-19.
Meno coincisa la collega Compagno che, rispondendo alle domande di un giornalista, afferma: “penso ai miei pazienti con molto affetto, mi conoscono molto bene. Sto bene e mi dispiace che abbiano cambiato medico”. Poi, assediata dai cronisti e delle telecamere, lascia la parola al suo avvocato Carlo Bergamasco: “la dottoressa Compagno ha risposto a tutte le domande del giudice con la serenità di chi può rivendicare di avere sempre agito secondo scienza medica e coscienza e sensibilità individuale”.
Quanto alla decisione di eseguire false vaccinazioni, si tratterebbe a detta del legale di “una scelta professionale e culturale, non ideologica ma deontologica. E comunque tutte scelte in pieno accordo con i pazienti e per il bene dei pazienti. Le scelte possono essere l’una o l’altra – aggiunge Bergamasco -, non esistono casi uguali come non esistono processi uguali l’uno all’altro. Nel merito non entriamo oltre perché i processi si fanno in aula”.
Davanti al giudice
Proprio in aula, Compagno ha confermato le circa trenta contestazioni che le vengono mosse, tranne alcune in merito alle quali ha fornito dei chiarimenti. In seguito ha letto una sorta di comunicato in cui ha in sostanza rivendicato la bontà del suo operato davanti a giudice e pubblico ministero Ciro Alberto Savino e soprattutto ha fornito i nomi dei pazienti falsamente vaccinati non ancora identificati dalla guardia di finanza. Questo prima di scoppiare in un pianto a dirotto.
Dalle indagate traspare comunque la volontà di collaborare con la giustizia. Per tutte e tre il gip ha confermato le misure cautelari già in vigore (arresti domiciliari).
Indagini preliminari: Si tratta di una fase in cui il pubblico ministero, personalmente o tramite la polizia giudiziaria, effettua delle ricerche per valutare se la notizia di reato è fondata o no: nel primo caso eserciterà l’azione penale, mentre nel secondo presenterà al giudice per le indagini preliminari richiesta di archiviazione
Nel frattempo cominciano ad arrivare le prime revoche dei Green pass per le circa 120 persone già identificate tramite le intercettazioni. Gli inquirenti invitano i soggetti che sanno di poter essere coinvolti in questo giro di false vaccinazioni a farsi avanti.
Filippo Navarra