- Rete Civica ha chiesto chiarimenti alla giunta regionale in merito all’aumento della capacità dell’inceneritore di Hera a Ferrara passato da 130 a 142mila tonnellate;
- Capogruppo Mastacchi: “Incremento uno schiaffo ai ferraresi, una città che produce poco più di 51mila tonnellate di indifferenziata l’anno non può respirare i prodotti della combustione di rifiuti provenienti da mezza Italia”.
Fare chiarezza sull’aumento della capacità dell’inceneritore Hera a Ferrara, con particolare attenzione ai sistemi di monitoraggio attivati per verificare le emissioni dei particolari ultrafini pericolosi per la salute umana.
A chiederlo è un’interrogazione di Rete Civica con il suo capogruppo Marco Mastacchi. “L’aumento della capacità dell’inceneritore di Hera a Ferrara nel 2021 – si legge nell’atto ispettivo – che ha portato da 130mila a 142mila le tonnellate annue di rifiuti da smaltire all’inceneritore di via Diana, è stato uno schiaffo ai ferraresi, le cui buone prassi hanno reso Ferrara fra le prime città italiane per raccolta differenziata: il limite stabilito per l’inceneritore era di 130mila tonnellate l’anno, una capacità massima stabilita da un accordo sottoscritto nel 2003 da Circoscrizione Nord-Ovest, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e l’allora Agea, e rinnovato in seguito nel 2013″.
Rete Civica sottolinea come “una città che produce poco più di 51mila tonnellate ogni anno di indifferenziata non possa pagare il conto sanitario e ambientale, respirando i prodotti della combustione di rifiuti provenienti da mezza Italia: l’aumento della raccolta di rifiuti indifferenziati indirizzati al termovalorizzatore di Ferrara è avvenuto durante l’emergenza Covid, a seguito dell’ordinanza 43 del 2020 dal presidente della Giunta regionale in materia di gestione di rifiuti”.
Da qui la richiesta di sapere le motivazioni che hanno spinto la Giunta ad incrementare ulteriormente la capacità dell’inceneritore, “disperdendo così ulteriori tonnellate di rifiuti nell’aria di una delle città che già vantano il primato italiano di tumori ai polmoni e al colon retto. E se e in che tempi, la quota di rifiuti da avviare all’inceneritore verrà adeguata al valore dei risultati conseguiti con la raccolta differenziata da uno dei Comuni più virtuosi a livello nazionale, considerato che il 31 marzo 2022 è terminato lo stato di emergenza Covid”.
Rete Civica chiede inoltre informazioni in merito “a quali sistemi di monitoraggio siano stati attivati per verificare le emissioni dei particolati ultrafini pericolosi per la salute umana, visto l’innalzamento dello smaltimento dei rifiuti tramite l’incenerimento, passato da 130mila a 142mila tonnellate (+12mila tonnellate)”.
Filippo Navarra