- Mariupol è una delle città ucraine maggiormente devastate dalla guerra in atto. Qui i bombardamenti durano da oltre due settimane e sono morte più di 2500 persone;
- Il presidente ucraino Zelensky, ieri in collegamento con la Camera dei deputati, ha paragonato la “città martire” a Genova: “Immaginate una Genova completamente bruciata, Mariupol era una città di 500mila abitanti ora ci sono soltanto rovine”.
La città di Mariupol, assediata da oltre due settimane di guerra, ormai non c’è più. Qui si stanno infatti concentrando i bombardamenti russi più duri e indiscriminati, oltre che i forti tentativi di sfondamento da parte dell’esercito russo, che, a piccoli passi, sta avanzando sempre di più nonostante la difesa delle forze ucraine.
Nelle ultime ore, secondo varie testimonianze locali, le forze russe sono riuscite a sfondare diverse linee di difesa e sono ormai arrivate nel pieno centro città. Situazione che trova conferma anche nelle parole del sindaco della città Vadym Boychenko alla BBC: “l’esercito ucraino sta facendo tutto il possibile per mantenere la posizione, ma le forze del nemico sono più grandi delle nostre”.
Combattimenti, che riguardano anche l’area limitrofa all’acciaieria Azov, uno dei più grandi complessi industriali dell’Ucraina, e che oltre a portare alla distruzione della città impediscono le operazioni di salvataggio delle centinaia di civili intrappolati sotto le macerie del Teatro d’arte drammatica di Mariupol, brutalmente bombardato da ormai una settimana. Il teatro era stato infatti utilizzato come rifugio dai civili e ospitava 1200 persone, secondo le autorità locali. Di queste, circa 130 sono riuscite a fuggire, ma le altre 1000 sarebbero ancora intrappolate sotto le macerie. I tentativi di salvarsi sono resi complicatissimi e in alcuni casi impossibili dai bombardamenti.
Mariupol è inoltre caratterizzata da una situazione umanitaria assolutamente disperata. La città è senza acqua potabile, senza elettricità, senza riscaldamento e senza la possibilità di ottenere aiuti umanitari e rifornimenti. L’esercito russo sta infatti bloccando sistematicamente tutti i convogli di viveri, medicine e altre forniture che le autorità locali hanno cercato di inviare in città. Qui, secondo le autorità cittadine, sarebbero morte oltre 2500 persone a causa dei bombardamenti e dell’assedio delle forze russe.
Mariupol è una città dell’Ucraina sudorientale nella regione della Priazovia, situata nell’Oblast di Donetsk e capoluogo dell’omonimo distretto. Al censimento del 2001 era la seconda città dell’Oblast e la decima del paese per popolazione. La città, fondata nel 1778, si trova sulla costa settentrionale del mar d’Azov, alle foci del fiume Kal’mius.
“Mariupol come Genova”
Le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento con la Camera dei deputati, aiutano a rendere l’idea di come sia ridotta quella che per il mondo intero è diventata la “città martire”. Il numero uno ucraino accosta Mariupol a Genova: “Immaginate una Genova completamente bruciata, Mariupol era una città di 500mila abitanti ora ci sono soltanto rovine”.
All’istantanea di Zelensky si aggiunge il grido di dolore di decine di testimoni. Tra questi Victoria, 27 anni: “Tre bambini che conosco sono morti per disidratazione. Siamo nel 21°secolo e i bambini stanno morendo di fame e per disidratazione”.
Assedio a Mariupol che dura fin dalle prime battute dalla guerra. Il primo atto è stato il bombardamento dell’ospedale pediatrico lo scorso 9 marzo. Un accanimento che testimonia come la città abbia un grande valore nella strategia di Vladimir Putin. La presa della città consentirebbe infatti a Mosca di unire la Crimea al Dombass.
Filippo Navarra