- In Italia oltre un adolescente su due non riesce a comprendere il significato di un testo scritto, a ribadirlo è Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia;
- Andando ancora più a fondo emerge che circa il 40% (al Sud il 50%) dei ragazzi che escono dalle medie hanno in realtà una competenza da quinta elementare sia in italiano che in matematica e che il 44% dei maturandi non raggiunge la sufficienza in italiano. Dispersione scolastica troppo elevata e ragazzi mandati avanti senza competenze necessarie tra i problemi principali.
Uno studente su due non capisce quello che legge. A lanciare l’allarme è Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia che spiega come il 51% dei ragazzi di 15 anni non riesca a comprendere il significato di un testo scritto.
Un allarme che è però tutto fuorché un fulmine a ciel sereno visto che dati simili emergono ogni anno in occasione dell’uscita dei risultati delle Invalsi. In genere per qualche giorno si scatena una piccola tempesta mediatica, con cori di indignazione e promesse di un cambio di registro, ma poi puntualmente si finisce per dimenticare il problema fino all’anno successivo.
In attesa della già annunciata Caporetto del prossimo luglio, quando usciranno i dati delle prove Invalsi di quest’anno, vale la pena ricordare i dati del 2021: due quattordicenni su cinque, dunque il 40%, con punte tra il 50 e il 60% al Sud, escono dalle medie con competenze da quinta elementare, e questo sia in italiano che in matematica, accumulando così un ritardo difficile se non impossibile da recuperare alle superiori.
I ragazzi che tendono a rimanere più indietro sono soprattutto quelli che provengono dai contesti socio- economici meno abbienti, che iniziano a collezionare bocciature e finiscono così con il mollare la scuola ritrovandosi in mano solamente il diploma di terza media. La dispersione scolastica, intesa proprio come la percentuale di giovani senza un diploma di scuola superiore, in Italia è ancora lontana dallo standard europeo, fissato al 10% per il 2020: gli ultimi dati Eurostat parlano infatti di un 13,1% di giovani che lasciano incompleto il percorso scolastico. Si tratta di una media tra il 15,6 % dei maschi e il 10,4% delle femmine che sono dunque in linea con i parametri europei.
Ma non è tutto perché a quelli che la scuola perde per strada vanno sommati quelli che invece vengono mandati avanti pur senza avere le competenze necessarie. Anche qui vengono in soccorso i dati delle Invalsi: il 44 % dei maturandi non raggiunge la sufficienza in italiano, dato che al Sud arriva fino al 50/60%.
Pesa certamente l’impatto della Dad, due anni online hanno fatto perdere agli studenti la connessione con la scuola, ma in fin dei conti dati analoghi erano già stati snocciolati prima del periodo pandemico. Un’indagine del 2018 condotta dal Programme for International Student Assessment (PISA) aveva infatti evidenziato un quadro complessivo piuttosto allarmante: in Italia solo un ragazzo su 20 comprende totalmente un testo letto, mentre uno studente su quattro ha difficoltà con gli aspetti base della lettura, soprattutto su elaborati di media lunghezza.
Ridurre tutto all’influenza della Dad appare quindi tantomeno esagerato. Magari fosse realmente cosi, ci sarebbe certamente qualche speranza in più per il futuro.
Filippo Navarra