- Le sculture in bronzo dell’altare del Crocefisso del Duomo di Ferrara sono esposte dal 19 marzo a palazzo Strozzi, Firenze, nella mostra “Donatello, il Rinascimento”;
- Si tratta di cinque statue del XV secolo realizzate da Niccolò Baroncelli e Domenico di Paris: il Crocefisso al centro, a sinistra la Madonna e San Maurelio, a destra San Giovanni e San Giorgio.
Altro prestito
Non solo il prestito di dieci opere per la mostra di Filippo de Pisis, anche le sculture in bronzo dell’altare del Crocefisso del duomo di Ferrara sono esposte a Firenze. Qui, a palazzo Strozzi, ha infatti luogo, dallo scorso 19 marzo, la mostra simbolo del Rinascimento Italiano, dal titolo “Donatello, il Rinascimento”. Nello specifico il prestito al capoluogo toscano consiste in un gruppo scultoreo, della metà del XV secolo, composto da cinque statue di imponenti dimensioni, a firma di Niccolò Baroncelli e Domenico di Paris: il Crocefisso al centro, a sinistra la Madonna e San Maurelio, dall’altra parte San Giovanni e San Giorgio. Al termine dell’esposizione, a luglio salvo proroghe, il Crocefisso della Cattedrale estense sarà prestato al Victoria and Albert Museum di Londra fino al prossimo anno e farà ritorno a Ferrara solo nel 2023.
“Ci siamo trovati davanti opere straordinarie realizzate in modo eccellente. A mio parere tra i massimi esempi tecnologici del Quattrocento”, ha detto il restauratore Nicola Salvioli, che ha curato il recupero finanziato dalla Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello.
“La prima richiesta di prestito ci è pervenuta da Firenze il 13 maggio 2021. Hanno fatto seguito alcuni sopralluoghi. Inizialmente doveva essere solo il Crocefisso ad essere esposto. Ma mentre il restauro procedeva tutti erano sorpresi dalla bellezza che continuava ad emergere. Alla fine decisero di esporre tutte le statue”, ha raccontato don Ivano Casaroli, presidente del Capitolo della Cattedrale.
Per condurle fuori dal Duomo di Ferrara, trattandosi di sculture in bronzo di parecchi quintali e di circa due metri d’altezza, è stato temporaneamente sospeso il cantiere post sisma e sono state costruite apposite infrastrutture per consentirne il trasporto e l’uscita dalla porta centrale.
“Siamo al lavoro: al loro ritorno vogliamo collocarle in un contesto adeguato per dare continuità alla bella esposizione di Firenze”, ha annunciato monsignor Massimo Manservigi, vicario generale della Curia, che ha inoltre rivelato di essere rimasto “sorpreso e incredulo” di fronte all’esito del lavoro compiuto sulle opere.
“Ferrara conserva una bellezza straordinaria che seduce il Paese. Dobbiamo avere il coraggio di metterci in gioco senza false modestie: siamo il nucleo centrale del Rinascimento europeo”, ha sottolineato l’assessore Marco Gulinelli.
“Si è realizzata una felice convergenza tra funzioni di tutela e conservazione, sostenuta dalla grande sensibilità del Capitolo della Cattedrale. È una grande occasione per la conoscenza di queste opere d’arte, per acquisire informazioni preziose sulla tecnologia utilizzata, oggi visibile in piena bellezza”, ha sottolineato Donatella Fratini della Sovrintendenza.
Il capitolo, o collegio, nella Chiesa cattolica è un’assemblea di presbiteri o di religiosi, dotata di personalità giuridica e di autorità normativa. Nell’ambito di una Chiesa cattedrale è invece un soggetto autonomo nelle decisioni che riguardano i suoi membri, e per questo motivo solo chi ne fa parte può intervenire nelle votazioni e nei dibattiti.
Filippo Navarra