In Sintesi
- Il 7 febbraio il Tribunale di Napoli ha disposto l’annullamento della nomina di Giuseppe Conte come presidente del partito a causa dell’esclusione illegittima dalla votazione degli iscritti al Movimento da meno di sei mesi;
- Conte: “la mia leadership del Movimento non dipende dalle carte bollate”.
La sentenza
Non c’è pace per il M5s, l’ultima tegola arriva dal Tribunale di Napoli che, lo scorso 7 febbraio, ha accolto il ricorso di tre attivisti e ha sospeso la decisione con cui il Movimento stellato ha introdotto la figura di Giuseppe Conte con il ruolo di presidente. Con l’azzeramento della nomina dell’ex Presidente del Consiglio è arrivata anche quella dei vicepresidenti, oltre all’invito a ritornare al vecchio assetto di votazione, con un comitato direttivo composto da cinque membri da votare sulla piattaforma Rousseau, da tempo abbandonata dai 5 Stelle.
Il Tribunale di Napoli ha considerato illegittima l’esclusione dall’assemblea del 3 agosto 2021 degli “Iscritti all’Associazione Movimento 5 stelle da meno di sei mesi”. Questa decisione ha avuto come conseguenza quella di alterare il quorum assemblare nella deliberazione del nuovo statuto che, a questo punto, non risulta più raggiunto vista l’esclusione dei neo iscritti. Le due delibere approvate dall’assemblea di conseguenza sono state dichiarate nulle.
La Piattaforma Rousseau è una piattaforma tecnologica realizzata dalla Casaleggio Associati e utilizzata dal M5s allo scopo di attuare la democrazia diretta. Il suo scopo è la gestione centralizzata delle attività del partito politico per gli iscritti, i cittadini, e gli eletti al Parlamento italiano, Europeo e nei consigli regionali e comunali. Dal giugno 2021 non è più utilizzata dal Movimento 5 stelle.
Il Movimento pentastellato ci tiene comunque a precisare che “il provvedimento del Tribunale di Napoli non ha accertato l’invalidità delle delibere adottate, ma dispone, in via meramente provvisoria, la sola sospensione delle suddette delibere”.
Le reazioni di Conte e Casaleggio
Giuseppe Conte non ci sta: “La mia leadership del Movimento 5 Stelle si basa ed è fondata sulla profonda condivisione di principi e valori, quindi è un legame politico prima che giuridico”. E aggiunge: “La mia leadership non dipende dalle carte bollate e lo dico consapevole di essere anche un avvocato”.
Evidente anche l’amarezza del socio fondatore del M5s Davide Casaleggio “in più occasioni abbiamo evidenziato quanto la gestione delle votazioni e della comunità degli iscritti richiedesse un livello di attenzione e professionalità che non possono essere improvvisati con modelli di gestione, invece, approssimativi e dilettantistici così come, invece, avvenuto”.
Per concludere viene alla memoria un post dello stesso Casaleggio del giugno 2021 con cui consigliava al Movimento di operare nel pieno rispetto delle regole avvertendo “Gli scogli sono vicini. Ripeto. Gli scogli sono vicini”. Parole evidentemente profetiche visto che, a distanza di mesi, il Movimento 5 Stelle è effettivamente andato a sbattere su questi scogli.
Filippo Navarra