- Nella giornata di domani ricorrono i 115 anni dalla morte del pittore ferrarese Manfredo Manfredini, caduto nell’oblio e recentemente riscoperto grazie al lavoro dello storico Lucio Scardino;
- Uno degli artisti di maggiore ispirazione per Manfredini fu Giuseppe Gozzini, anch’egli disegnatore di una Divina Commedia e protagonista di un percorso inverso rispetto al pittore ferrarese: Gozzini nacque a Livorno e si trasferì in seguito a Ferrara dove rimase fino alla morte (1886).
Ricorrono domani, 31 maggio, i 115 anni dalla morte di Manfredo Manfredini, il pittore ferrarese autore di una delle edizioni più popolari della Divina Commedia, caduto nell’oblio per oltre un secolo e recentemente riscoperto grazie al lavoro di ricerca del professor Lucio Scardino. Attualmente Manfredini è infatti protagonista di un grande successo: è celebrato dalla Fondazione Tancredi di Barolo (Torino), dal Comune di Viareggio e a Parigi, dove è esposto alla Bibliothèque Forney (che vanta una vasta collezione di libri specializzati nelle arti).
Proprio in occasione dell’anniversario della sua morte si sta riscoprendo sempre più anche la figura di un illustre predecessore dantesco di Manfredini, il ferrarese di adozione Giuseppe Gozzini, anch’egli disegnatore di una Divina Commedia (1846) per un editore di Firenze (Tipografia del Vulcano), conservata e già esposta alla biblioteca Ariostea l’anno scorso nell’ambito della mostra curata dalla Biblioteca e dall’Università degli studi di Ferrara per il 700ennale dantesco. Oltre che dall’opera di Dante, entrambi gli autori sono accomunati anche dalla passione per l’Orlando Furioso. Gozzini ha infatti firmato per il capolavoro di Ludovico Ariosto ben 92 tavole, in un’edizione del 1850 conservata proprio dalla Biblioteca Ariostea.
“La ricerca continua su Manfredini manifesta ed evidenzia punti di contatto con autori Ottocenteschi, mettendo in luce l’ispirazione e la comune vicinanza, in un gioco di rimandi che estende l’orizzonte della conoscenza e sonda la profondità dell’opera e il pensiero degli autori”, dice Scardino.
Per l’assessore Marco Gulinelli “il lavoro di ricerca su Manfredini, realizzato dal professor Scardino, che ringrazio, con il supporto dell’Amministrazione e di Ferrara Arte, è piaciuto ben oltre i confini di Ferrara e, oggi, è l’occasione per acquisire continui e nuovi elementi di conoscenza”.
Giuseppe Gozzini
Gozzini (1806- 1886), nato a Livorno, scelse di vivere a Ferrara, seguendo la figlia che aveva sposato l’imprenditore del saponificio Chiozza e Turchi di Pontelagoscuro. Da questo punto di vista, il suo fu dunque un percorso inverso rispetto a quello di Manfredini che, nato a Ferrara, si trasferì in cerca di fortuna artistica a Firenze.
Il Comune di Ferrara conserva di Gozzini 9 dipinti e 37 disegni, donati agli eredi. Nella città estense infatti l’autore continuò a dipingere fino alla morte, il 22 febbraio 1886. La sua carriera di artista fu particolarmente prolifica: per l’editore Vulcano, nel 1851, firmò anche 25 incisioni de “La secchia rapita” di Alessandro Tassoni, collaborò, tra le altre cose, anche a pubblicazioni scientifiche realizzando, ad esempio, ritratti litografici per il “Trattato delle principali malattie degli occhi” di Antonio Scarpa (1836), accompagnò con i suoi disegni opere come le composizioni poetiche in lode del bolognese Camillo Ferri, la “Storia dei sommi pontefici da San Pietro fino a Gregorio XVI”, del barone Henrion e il “Quadro analitico della storia universale” di Burchard Freudenfeld.
Filippo Navarra