- Dopo il tipico biscotto “Brazadlin”, anche il pane ferrarese potrebbe presto avere la denominazione comunale d’origine;
- Cosa manca al via libera? Serve produrre un protocollo e un’efficace racconto di storia e peculiarità del pane tipico della zona.
L’obiettivo
Ottenere la certificazione De.C.O (denominazione comunale d’origine) anche per il pane ferrarese. E’ questo l’obiettivo del Comune, della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria attraverso la realizzazione di un progetto finalizzato alla valorizzazione dell’alimento tradizionale per eccellenza.
Già in occasione della prima edizione del Ferrara Food Festival (dal 5 al 7 novembre 2021), era stato completato il percorso per l’attuazione del nuovo marchio territoriale ed era stato presentato il primo prodotto recante il brand, il tipico biscotto casereccio “Brazadlin”.
“Non si tratta esclusivamente della celebre coppia, che ha già un proprio disciplinare Igp, ma di creare un contenitore identitario in cui tutta la sapienza artigiana dei nostri panificatori possa essere adeguatamente riconosciuta e valorizzata”, spiega il sindaco Alan Fabbri.
La nuova De.C.O sarà quindi una categoria “volutamente ampia riservata a tutte le forme e tipologie di pane che hanno in comune la genuinità, la provenienza territoriale degli ingredienti, l’aderenza alla tradizione”, spiega l’assessore Angela Travagli.
Le Denominazioni Comunali d’Origine sono state istituite in seguito alla legge statale n° 142 dell’8 giugno 1990. A differenza dei marchi DOP, IGP, STG, non è un marchio di qualità, ma un’attestazione di tipicità.
Alla riunione dello scorso 2 febbraio erano presenti, oltre all’assessore Travagli e a Paolo Govoni e Mauro Giannattasio, rispettivamente commissario straordinario e direttore della Camera di Commercio, i rappresentanti di: Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione provinciale Coltivatori Diretti, Confagricoltura, Confindustria, Cna, Confartigianato, associazione provinciale Commercianti (Ascom), Confesercenti, Confcooperative, Legacoop Estense.
Cosa manca?
Sentita la commissione De.C.O (composta dall’assessore Travagli, l’agronoma Gloria Minarelli e il docente dell’istituto Vergani Liborio Trotta) ora l’obiettivo è da un lato creare un protocollo che abbia al centro le materie prime della filiera e le lavorazioni locali, dall’altro creare uno “storytelling”, ovvero una narrazione in grado di raccontare il pane ferrarese, la sua storia e le sue peculiarità. “Il disciplinare sarà poi proposto ai panificatori per consolidare l’attrattività del prodotto e promuovere l’intero territorio su ampia scala”, spiega Travagli.
C’è inoltre l’idea, che accoglie alcune richieste espresse, di sviluppare iniziative dedicate per sostenere le campagne di promozione del prodotto, anche attraverso la pubblicazione di bandi specifici.
Una volta prodotta la disciplinare ed il relativo storytelling, per il via libera definito alla produzione brandizzata mancheranno solo pochi passaggi: servirà condividere il protocollo della nuova De.C.O del pane ferrarese e attendere la risposta della commissione che dovrà esaminare la domanda valutando l’effettiva aderenza rispetto ai criteri fissati.
Filippo Navarra