- I colpevoli dell’uccisione di un gruppo di pecore ad Anita (Argenta) non sarebbero i lupi, bensì un gruppo di cani randagi;
- A sostenerlo è Il Parco del Delta del Po: “Quella dei lupi ipotesi altamente improbabile. Troppi i capi uccisi”
Il giallo
Una conclusione avanzata con tutta probabilità troppo in fretta quella che ha ritenuto i lupi colpevoli dell’attacco e della morte di un gruppo di pecore (oltre venti esemplari) avvenuta qualche giorno fa ad Anita, nel comune di Argenta. Questo almeno è quello che sostiene il Parco del Delta del Po che, dopo un’attenta analisi del comportamento predatorio e del numero di capi uccisi, ha ritenuto più probabile che si sia trattato di un attacco da parte di un gruppo di cani randagi di grossa taglia.
“E’ vero che i lupi sono tornati a colonizzare le aree di pianura e del territorio ferrarese e ravennate negli ultimi anni – afferma il Parco in una nota a riguardo – ma è vero anche che un attacco del genere tradirebbe quella che è la logica evolutiva della specie: un lupo preda per sfamarsi ed ogni uccisione costa energia, fatica, rischio. E non trasgredisce mai a questa regola. Le carogne imputridiscono in fretta, sono consumate da altri animali mentre la preda viva rimane buona per la volta successiva. Senza contare poi che attacchi simili si sono già verificati in passato e le analisi hanno sempre escluso il lupo come responsabile. E’ necessario che la popolazione sia informata tramite fonti autorevoli e senza distorsioni di quella che è la realtà dei fatti e delle leggi naturali”.
“Il lupo non è un nemico dell’uomo”
Proprio il tema della convivenza consapevole tra uomo e lupo è di grande attualità e a tal riguardo L’Ente Parco ha organizzato per sabato 12 marzo alle ore 10, presso la Sala Polivalente di Palazzo Bellini (Comacchio), un incontro aperto al pubblico dal tema “Il lupo in pianura. Come vive? Com’è arrivato? Come dobbiamo comportarci?”.
“Di certo – conclude il Parco – non si può comunque negare che la predazione di un numero inferiore di capi (di solito da uno a tre) sia possibile, ed è importante per chi ha animali domestici di taglia medio piccola, adottare strategie di prevenzione quali ripari notturni in luoghi chiusi, reti elettrificate e cani da guardia. Ma il lupo non è un nemico da cacciare e condannare: si tratta di una specie rigorosamente protetta dalla legge italiana e dalle direttive europee, e nel territorio del Parco potrebbe rivelarsi anzi un potente alleato degli agricoltori, in quanto spesso si nutre con nutrie ed altri erbivori dannosi per le colture”.
Il Parco Regionale del Delta del Po è un’area naturale protetta istituita nel 1988 di circa 54.000 ettari situata nella regione Emilia Romagna. Il parco è compreso tra i comuni di Cervia, Ravenna, Alfonsine (del ravennate) e i comuni del ferrarese Argenta, Comacchio, Ostellato, Codigoro, Goro, Mesola. Nel 1999 il Parco del Delta del Po è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità stilata dall’UNESCO.
Filippo Navarra