- Nella giornata di ieri è stato finalmente raggiunto l’accordo sul prezzo del pomodoro da industria per il bacino del Nord Italia, costerà 108,5 euro a tonnellata, un prezzo in aumento del 18% rispetto al 2021;
- Confagricoltura: “Soddisfazione ma non entusiasmo”. Coldiretti: “Serve un progetto che guardi non solo alla quantità ma anche alla qualità del prodotto”
Dopo una lunga ed estenuante trattativa tra Op (organizzatori e produttori) e parte agricola è stato finalmente raggiunto l’accordo sul prezzo del pomodoro da industria per la campagna Nord Italia 2022: costerà 108,5 euro a tonnellata.
L’annuncio è arrivato dall’Anicav (Associazione Nazionale Industriali conserve alimentari vegetali) precisando che l’Accordo prevede la conferma dell’impianto contrattuale del 2021 per la parte normativa, con un prezzo di riferimento che, con un incremento di oltre il 18%, il più elevato di sempre, fa registrare un aumento di circa il 40% in soli quattro anni.
“C’è soddisfazione per il patto raggiunto ma non entusiasmo”, è il commento a freddo del presidente dei produttori di pomodoro di Confagricoltura Emilia Romagna, Giovanni Lambertini, che non nasconde la preoccupazione per le bizzarrie del clima, su tutte la grave siccità che attanaglia il territorio e che renderà oltremodo complicata la campagna estiva, con l’incognita della scarsa disponibilità d’acqua. “Pesa – aggiunge Lambertini – la perdita di superfici investite nel bacino del centro Nord, intorno al – 15-20%, dovuta all’estenuante braccio di ferro (oltre due mesi) tra agricoltori e imprese di trasformazione che ha via via allontanato molti produttori portandoli a optare per una coltura alternativa”.
Più soddisfatto il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini: “I produttori portano a casa un buon risultato che in un momento così difficile vale doppio. Speriamo di riuscire a coprire i costi di produzione. Il contesto internazionale ci pone di fronte ad uno scenario drammatico. Ogni giorno che passa si alza sempre di più l’asticella delle spese aziendali a causa del boom dei prezzi dell’energia, del gasolio, dei fertilizzanti e di tutte le materie prime in generale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Coldiretti, il cui presidente regionale, Nicola Bertinelli, parla di “un accordo che, malgrado il grave ritardo con il quale è arrivato e il fatto che non copra del tutto i costi di produzione, dà almeno la certezza di un prezzo di riferimento alle aziende agricole, costrette ad affrontare rincari vertiginosi per tutte le operazioni colturali e con la preoccupazione di una difficile gestione delle risorse idriche per il perdurare del clima siccitoso. Stiamo attraversando – prosegue Bertinelli – un periodo economico e sociale che non ha precedenti, con un aumento senza eguali dei costi di produzione”.
“Siamo convinti della necessità di un progetto che guardi non solo alla quantità, ma soprattutto alla distintività del prodotto perché va riconosciuto l’impegno degli agricoltori nel costante miglioramento della qualità del prodotto. Per questo è fondamentale una cabina di regia – conclude Bertinelli – un approccio nuovo, sfruttando appieno le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni e istituzioni per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito”.
Filippo Navarra