In Sintesi
- Il prezzo del gasolio schizza alle stelle, per le imprese ferraresi impegnate nel trasporto merci si stima un aumento dei costi circa nove milioni di euro;
- L’allarme è lanciato da Confartigianato: “per le imprese margini di profitto praticamente azzerati, così si rischiala chiusura. Servono provvedimenti”.
Un rincaro pericoloso
Nell’arco dell’ultimo anno il prezzo del gasolio per autotrazione è cresciuto del 20,7%, con un impatto nei costi, a livello nazionale, pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci. Questo rincaro va a pesare sui margini di profitto delle imprese dedite al trasporto merci anche considerato il calo dell’1,2%, rispetto al 2020, nei prezzi alla produzione.
Questa previsione arriva dal centro studi di Confartigianato che, a livello provinciale, stima un aumento di costi pari a nove milioni di euro.
L’allarme
Un rincaro che va a erodere “le marginalità delle aziende in un settore in cui, storicamente, i guadagni sono già piuttosto esigui”. A dirlo è il vice segretario di Confartigianato Riccardo Mantovani che aggiunge: “La questione energetica si aggiunge a problematiche storiche che attanagliano il comparto dei trasporti. Prima fra tutte quella legata al dumping ossia l’esportazione di merci a prezzi molto più bassi di quelli praticati sul mercato interno o su un altro mercato in particolare da parte di autotrasportatori dell’Est Europeo”.
Per far fronte ai rincari degli anni precedenti, molte imprese ferraresi avevano individuato uno stratagemma che per un certo periodo di tempo ha pagato buoni dividendi: investire per riconvertire il parco degli automezzi dalla nafta al metano. Ora però anche questa strada si è rivelata impraticabile- “Se il prezzo del gasolio ha subito un innalzamento di almeno 20 punti percentuali- analizza Mantovani- il metano invece è pressoché raddoppiato. Per cui, le ditte che avevano fatto la riconversione dei mezzi ora si trovano strozzate dalla morsa dei prezzi”.
Il timore di Mantovani è che questo spaccato abbia come conseguenza il fatto di costringere molte aziende alla chiusura, a maggior ragione in un sistema produttivo già fragile come quello ferrarese. Dopo gli stop dovuti alla pandemia, ora si rischiano davvero dei contraccolpi drastici per le tre quattrocento imprese operanti nel ferrarese. “Sono poche- osserva Mantovani- le imprese che hanno la disponibilità di tanti mezzi. Sono invece di più le imprese monoveicolari o che dispongono di due o tre mezzi. Ed è sulle imprese economicamente meno stabili che si abbatte questa ulteriore scure”. Per invertire il trend, il numero due di Confartigianato, chiede provvedimenti da parte del Governo. “Occorrono misure, riguardanti l’erogazione di crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni sia per il gas naturale liquefatto Lng al fine di controbilanciare gli effetti degli aumenti del gasolio e dare ossigeno agli autotrasportatori”.
Confartigianato Imprese è la più rappresentativa organizzazione italiana dell’artigianato e della micro e piccola impresa. E’ stata fondata nel 1946 e attualmente rappresenta più di 700.000 imprenditori associati.
Filippo Navarra