In Sintesi
- Dal report annuale Meta si apprende come il futuro di Facebook e Instagram in Europa sia appeso ad un filo a causa della mancanza di un accordo che permetta il passaggio dei dati degli utenti tra Europa e Stati Uniti;
- Quanto è reale questa minaccia?
Un futuro tutto da scrivere
Facebook e Instagram non più disponibili in Europa tra qualche mese? A lasciare immaginare questo scenario è la Meta (società che fa da cappello ai due social network più utilizzati al mondo), tramite il consueto report annuale presentato alla Security and Exchange Commission (SEC). Tale report è stato depositato lo scorso 3 febbraio attraverso 134 pagine in cui il colosso californiano descrive le attività dell’anno e i futuri obiettivi da raggiungere.
A pagina 9 lo snodo chiave: secondo Meta le informazioni devono essere libere di circolare dai server europei a quelli statunitensi, e da un social all’altro e questo potrebbe presto non essere più possibile. Nel luglio 2020 la Corte di Giustizia europea ha infatti invalidato l’accordo che permetteva tutto ciò: il Privacy Shield. Da allora Meta ha comunque continuato a trasferire i dati degli utenti dai server europei a quelli americani in virtù di un altro contratto chiamato “clausole contrattuali standard” la cui validità è però dubbia e così Meta si potrebbe trovare senza alcun accordo nel giro di poco tempo, con la conseguente impossibilità di utilizzare Facebook e Instagram in Europa. Nell’agosto 2020 Meta ha infatti ricevuto una bozza di decisione da parte del Garante irlandese che ha concluso in via preliminare che la pratica del colosso americano di basarsi sulle clausole contrattuali standard non rispetta il regolamento generale sulla protezione dei dati entrato in vigore nell’Unione Europea nel 2018. Di conseguenza il Garante irlandese ha proposto, sempre in via preliminare, che il trasferimento di dati dagli utenti europei agli Stati Uniti venga sospeso. Una decisione definitiva è comunque attesa entro la prima metà del 2022.
“Qualora l’Ue non permettesse più di affidarci alle clausole contrattuali standard e qualora non venisse adottato un nuovo accordo transatlantico- si legge nel documento Meta- probabilmente non saremo in grado di offrire un certo numero dei nostri prodotti e servizi più significativi, compresi Facebook e Instagram, in Europa, il che avrebbe materialmente e negativamente effetti sulla nostra attività, la nostra condizione finanziaria e i nostri risultati operativi”.
La minaccia è reale?
Va innanzitutto precisato che non è la prima volta che Meta minaccia di lasciare l’Europa a causa delle regole per la gestione della privacy. E’ chiaro infatti come questi documenti, essendo rivolti agli investitori, debbano prendere in considerazione anche scenari catastrofici utili a mettere pressione sulle autorità competenti. Ma è la prima volta che questa possibilità viene scritta nero su bianco in un documento ufficiale SEC, segno che forse questa volta le cose sono effettivamente più ingarbugliate che in passato.
“Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa– precisa un portavoce dell’azienda-. Semplicemente Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l’Ue e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali. Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole Contrattuali Tipo e su adeguate misure di protezione dei dati”.
Meta è un’impresa statunitense, fondata nel 2004 da Mark Zuckerberg e altri soci, che controlla i servizi di rete sociale di Facebook e Instagram e i servizi di messaggistica instantanea WhatsApp e Messenger.
In conclusione, la possibilità che Stati Uniti e Europa non trovino un accordo che permetta anche in futuro il trasferimento di dati tra i due continenti appare piuttosto remota, novità in questo senso sono comunque attese a breve.
Filippo Navarra