- Nella tarda mattinata di ieri sono andati a fuoco due capannoni in un allevamento a Santa Maria Codifiume. Non ci sono stati feriti ma sono morti oltre 4mila conigli;
- Sul posto sono intervenute sei squadre di vigili del fuoco che hanno impiegato diverse ore per spegnere l’incendio probabilmente causato da un corto circuito elettrico.
Intorno alle 12 di ieri, mercoledì 30 marzo, oltre 4mila conigli sono morti a causa di un incendio che ha devastato due capannoni del centro genetico Martini in via Strada della Pozza 1, a Santa Maria Codifiume.
L’allarme è stato lanciato da una dipendente, che fortunatamente non si trovava all’interno della struttura. Sul posto sono intervenute sei squadre di vigili del fuoco provenienti da Ferrara, Cento e Portomaggiore. I pompieri, allertati intorno alle 11:20, sono riusciti a spegnere le fiamme solo dopo 4 ore di intervento. La violenze delle fiamme è stata tale che è rimasto danneggiato anche un silos contenente mangimi.
Fortunatamente non ci sono stati feriti mentre si contano i danni alle cose. Nel dettaglio, da una prima sommaria stima il valore corrispondente alla perdita dei conigli sarebbe di circa 150mila euro, mentre quella relativa agli immobili e impianti andati a fuoco si aggirerebbe intorno a diverse centinaia di migliaia di euro.
Gli animali arsi vivi non erano carne da macello destinata all’industria alimentare, ma erano utilizzati a scopi riproduttivi. Le fiamme si sono infatti sviluppate da una delle strutture utilizzate per la zootecnica, finendo per divorare i poveri conigli, chiusi in gabbia e rimasti imprigionati, per poi finire sotto le macerie.
L’allevamento di Santa Maria Codifiume fa parte del Gruppo Martini, una filiera che si occupa di ricerca e realizzazione di cibo per animali da allevamento e allevamenti da carne, con stabilimenti in tutta Italia. A Santa Maria opera uno stabilimento che dà lavoro a tredici addetti, tra coloro che operano nel settore dei mangimi e dell’allevamento vero e proprio di conigli.
Le cause del rogo sono ancora da stabilire ma l’ipotesi più probabile, scartata quella del dolo, parrebbe quella di un corto circuito elettrico.
Sul posto sono inoltre intervenuti i medici veterinari dell’Ausl per lo smaltimento delle carcasse e due pattuglie dei carabinieri. E’ stato allertata anche l’agenzia antinquinamento regionale Arpa per via dei materiali plastici andati in fumo, ma nessuna emergenza ambientale è stata segnalata.
Filippo Navarra