- Nei giorni scorsi gli scavi in piazza Savonarola hanno portato alla luce elementi inerenti alla quotidianità, agli usi e ai costumi dei ferraresi dell’epoca precedente al 1385;
- Le indagini degli archeologi proseguono e ora si concentreranno sui primi insediamenti dell’area. Guarnieri: “In settimana approfondiremo le ricerche per individuare la datazione della prima occupazione dell’area”.
Utensili medievali, frammenti di vasi e antiche maioliche, oggetti da cucina, ciotole, materiali databili a fine 1200, oltre a residui di cibo, semi, castagne, pezzi di guscio d’uovo. Sono questi gli ultimi elementi emersi dagli scavi in piazza Savonarola, ai piedi del Castello Estense. Ritrovamenti che testimoniano la quotidianità, la dieta, gli usi e i costumi dei ferraresi dell’epoca precedente alla costruzione della fortezza (1385).
A svelare questi elementi utili alla ricostruzione del passato, è stata, in particolar modo, la ricerca nella vasca di scarico del XVIII secolo, ormai certamente la più antica tra le 18 che il sottosuolo ha restituito negli ultimi decenni a Ferrara. Gli archeologi di Phoenix Archeologia incaricati dal Comune hanno estratto e passato al setaccio i residui che la vasca ha conservato nei secoli trovando tracce della quotidianità medievale, spingendosi fino a due metri e mezzo al di sotto del piano di strada. Gli studi e le indagini procedono e ora si concentreranno sui primi insediamenti dell’area.
“In settimana – spiega la dottoressa Chiara Guarnieri, che coordina il gruppo di lavoro – intendiamo approfondire quanto più possibile le ricerche per provare a individuare la datazione della prima occupazione dell’area. Gli scavi, infatti, stanno mettendo in luce strutture imponenti che corrispondono a una precedente sistemazione urbanistica del quartiere. In particolare, proprio alle spalle della statua del Savonarola, a una profondità di circa 2 metri, è emerso un nuovo muro, di grandi dimensioni. È ipotizzabile che risalga a metà XIII secolo”.
Intanto gli archeologi stanno documentando e catalogando tutti i ritrovamenti, lavorando anche a una ricostruzione in 3D che restituirà una mappa dell’evoluzione degli insediamenti precedenti al 1385. D’intesa con l’amministrazione comunale, inoltre, una troupe sta lavorando, anche con l’ausilio di droni, a un progetto divulgativo, per rendere disponibili a turisti, appassionati e scuole i risultati degli studi e le novità emerse.
“Congratulazioni e grazie alla dottoressa Guarnieri e a tutto il suo team di archeologi per le tante novità che continuamente stanno portando in luce, con passione e grandissima professionalità. Vogliamo valorizzare i risultati di questo imponente lavoro realizzando, insieme, un progetto di ricostruzione storica relativo alla Ferrara nascosta per portare a tutti l’esito di queste ricerche e la ricchezza dei contenuti raccolti”, spiega il sindaco Alan Fabbri, nei giorni scorsi in visita all’area di scavo.
Filippo Navarra