- Grazie al progetto di Unife, all’interno del Tecnopolo di Ferrara sarà realizzata un’innovativa serra a forma di cupola, che consentirà di avere produzioni ortofrutticole per tutto l’anno;
- La struttura occuperà un’area di 300 metri quadrati e sarà formata anche da un pannello fotovoltaico. Obiettivo del progetto: azzerare il consumo elettrico e idrico oltre che i pesticidi utilizzati.
Il progetto
Il Tecnopolo di Ferrara presto ospiterà una serra sperimentale “a cupola”, a consumi zero e capace di massimizzare la produzione agricola. Il progetto partirà da fine marzo e sarà realizzato dal laboratorio interdipartimentale Cias dell’Università di Ferrara, con l’apporto di contributi privati, per un investimento complessivo di oltre 130mila euro e vedrà la partecipazione di dodici ricercatori dell’Ateneo. L’amministrazione comunale ha già deliberato, su proposta dell’assessore Angela Travagli, la concessione gratuita di spazi comunali: la struttura avrà sede in via Saragat 13 e sarà un’area di circa 300 metri quadrati.
“Si tratta – spiega il direttore Cias Sante Mazzacane – di una serra sperimentale idroponica, quindi con coltivazioni di ortaggi e di frutta in acqua, del tutto particolare. La differenza rispetto alle normali strutture di questo tipo sta negli obiettivi che ci poniamo: azzerare i pesticidi utilizzati, le emissioni in atmosfera, il consumo energetico e quello idrico; ridurre al minimo il consumo di suolo. Il tutto, con elementi strutturali smontabili in poche ore e soprattutto un approccio totalmente green. Questo tipo di serra ci consentirà di avere produzioni ortofrutticole nei dodici mesi dell’anno, indipendentemente dalla stagione, e un forte incremento della capacità produttiva rispetto agli standard, stimato fino ai 150-200 chili all’anno di prodotti ortofrutticoli per metro quadrato”.
“Il supporto all’innovazione è massimo e lo abbiamo voluto realizzare concretamente offrendo in concessione gratuita gli spazi su cui nascerà la serra sperimentale”, dice l’assessore Travagli.
Al progetto sono poi arrivate le congratulazioni da parte dell’assessore Alessandro Balboni: “Complimenti a Cias e a Unife: è questo un nuovo progetto che dimostra la capacità di innovazione che Unife sa mettere in campo”.
Il CIAS è stato fondato nel 2005 come struttura di ricerca del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Nel 2013 è diventato un Centro Interdipartimentale dell’Ateneo estense, riunendo ricercatori di diversa estrazione disciplinare, appartenenti al Dipartimento di Architettura e alla Sezione di Microbiologia e Genetica Medica del Dipartimento di Scienze Mediche. Dal 2019, il Centro afferisce ai Dipartimenti di Architettura e Scienze Chimiche e Farmaceutiche.
La struttura
Per raggiungere gli obiettivi prefissati è prevista, entro fine marzo, la realizzazione di una “cupola geodetica” di dieci metri di diametro con clima controllato 24 ore su 24 tramite un sistema che trae energia da un impianto fotovoltaico che sarà collocato all’esterno della cupola. Quest’ultimo avrà la forma di un cubo e la struttura in legno, di cinque metri per lato. Negli spazi interni troveranno collocazione i macchinari di servizio alla serra. L’obiettivo del consumo zero di acqua sarà realizzato tramite la raccolta dell’acqua dall’aria, condensando il vapore acqueo dell’atmosfera. Inoltre, come precedentemente spiegato dal professor Mazzacane, la serra avrà il controllo della contaminazione, mediante l’utilizzo di microrganismi capaci di compere con i patogeni. Alla cupola si dovrà accedere tramite una stanza di servizio e indossando speciali tute che non permettono la dispersione di inquinanti umani nell’ambiente. L’innovativa realizzazione prevede anche un sistema di ventilazione in grado di regolare e mantenere costanti la temperatura, l’umidità e le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica nell’aria. Tutte le componenti strutturali della serra e del cubo fotovoltaico saranno in materiale riciclabile.
“C’è forte attesa e aspettativa: siamo infatti fortemente interessati a vederne gli sviluppi scientifici e applicativi”, confessa Mazzacane.
Alla serra partecipano anche i privati, tra cui la Tecnodome srl di Milano, che fornisce la cupola, la Becquerel Electric spa di Reggio Emilia per i servizi fotovoltaici, Acquaponic design srl dell’Università di Bologna, Aquaseek srl del Politecnico di Torino e il Consorzio Futuro in Ricerca srl di Ferrara.
Filippo Navarra