- Grazie alle piogge degli ultimi giorni il livello idrometrico del fiume Po è salito di oltre 1 metro dopo aver raggiunto livelli minimi da decenni;
- La situazione resta però critica. Coldiretti: “La siccità interessa ancora importanti aree del Paese a partire dalla Pianura Padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento”.
Le piogge del lungo weekend appena concluso sono state un’autentica “manna dal cielo” per contrastare l’imperante siccità che il nostro Paese, e il particolare la Pianura Padana, sta affrontando in questo 2022. A beneficiarne è stato soprattutto il Po con il livello idrometrico salito di 1,2 metri in un solo giorno.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti effettuato nella giornata di ieri, 25 aprile, al Ponte della Becca (Pavia) dove il più grande fiume italiano è salito a -2,2 metri dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni.
A salire per effetto delle precipitazioni è stato anche il livello dei grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno- sottolinea la Coldiretti- dal 13% di quello di Como al 32% del Maggiore, sempre secondo il monitoraggio dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli.
“L’arrivo della pioggia – afferma la Coldiretti – è manna dal cielo nelle campagne dove sono state avviate le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia necessari all’alimentazione degli animali, ma a beneficiarne sono anche le coltivazioni di grano seminate in autunno, ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere”.
Considerare la situazione definitivamente risolta sarebbe però un errore. Il quadro resta infatti ancora preoccupante in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate con i cambiamenti climatici che “ne hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica, con l’emergenza siccità che – precisa la Coldiretti – continua ad interessare importanti aree del Paese a partire dalla Pianura Padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento”.
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi “un progetto concreto immediatamente cantierabile – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti”.
L’acronimo ANBI sta per Associazione Nazionale di Bonifica e Irrigazione. Il consorzio Regionale- Ambi Emilia-Romagna- nasce nel 1945 per associare e rappresentare tutti i consorzi di bonifica ed altri organismi che operano sul territorio regionale nel settore della difesa del suolo e della gestione delle risorse idriche, già aderenti, a livello nazionale, all’ANBI.
Filippo Navarra