- Mercoledì 11 maggio alle ore 17 presso la biblioteca Ariostea sarà presentato il libro di Stefano Bottoni, fondatore del Ferrara Buskers Festival, dal titolo “Un caffè da Compay. Appunti di viaggio”;
- Il libro racconta la storia ultra trentennale del festival per gli artisti di strada, diventato uno dei più famosi a livello mondiale, che ha visto la partecipazione di grandi interpreti della musica italiana come Lucio Dalla nel 1989 e Gianna Nannini nel 2020.
Dall’incontro con Compay Segundo alla storica partecipazione di Lucio Dalla al Ferrara Buskers Festival, passando per la comune esperienza organizzativa, a Firenze, con Angelo Branduardi, sempre all’insegna dell’arte di strada. Stefano Bottoni, fondatore del Ferrara Buskers Festival, si racconta e racconta in un libro l’esperienza che ha portato alla nascita di uno degli appuntamenti dedicati agli artisti di strada più famosi a livello mondiale, nato sotto la buona stella di Lucio Dalla, primo big a volervi partecipare, e poi celebrato anche in epoca Covid da Gianna Nannini, con la storica esibizione, dal Castello Estense, del 27 agosto 2020.
“Un caffè da Compay. Appunti di viaggio”, si intitola il libro, che sarà presentato alla biblioteca Ariostea mercoledì prossimo, 11 maggio, alle 17, appuntamento che arriva a pochi mesi da un’altra presentazione: quella del primo album di Stefano Botteri “Canto”.
“Un momento – spiega il fondatore del FBF- che attendevo da due anni, la pandemia ha costretto a posticipare i tempi. Racconto le mie piccole avventure e la forza attrattiva che il festival ha avuto in questi 34 anni, in tutto il mondo”. Festival di cui parlò direttamente con il celebre compositore cubano Compay Segundo, in uno storico caffè nella sua casa del quartiere di Miramar de L’Avana. “In quell’occasione mi regalò un sigaro. Fu un dono emozionante, il suo modo per sancire un’amicizia appena nata”. E poi Lucio Dalla, i mille ricordi, la sua storica esibizione a sorpresa, nel 1989, in piazzetta San Michele, con il chitarrista Jimmy Villotti e il Trio Blues Jeans, la sua visita nell’officina, storica sede del festival.
Nel libro ci sono molte foto di viaggi compiuti in tutto il mondo per portare il festival sempre più all’attenzione internazionale, il racconto di diversi incontri sorprendenti, come quello con Tony Vaccaro – a New York – tra i più grandi fotografi del Novecento. Ci sono frammenti di vita e aneddoti fissati nella memoria – come la visita alla base di Rivolto e “l’emozione di vedere spiccare il volo le Frecce Tricolori, aprendosi in aria come un giglio che fiorisce”. Ma non è tutto, “Un caffè da Compay. Appunti di Viaggio” contiene, infatti, anche alcuni ricordi di gioventù, “come la prima volta che salii su un palco: avevo otto anni, a Rimini i miei genitori persero le mie tracce, mi ero fatto prendere dalla musica e, scavalcando siepi, avevo seguito i suoni di una band. Ad un tratto sentii al microfono che stavano cercando un bambino. Ero io”. E poi: Branduardi e il festival fiorentino “Menestrelli”, organizzato insieme, inseguendo cantori e musici che , spinti dalla comune passione e dal reciproco coinvolgimento , animavano piazza della Signoria. Insomma: “Tante avventure di viaggio e tanti racconti di incontri sorprendenti e, non di rado, surreali, che hanno visto protagonista Ferrara e il suo celebre festival degli artisti di strada”.
Filippo Navarra